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Filariosi, prevenzione e cura - Centro Veterinario Dr. Sergio Comoglio

Definizione

La filariosi è una malattia parassitaria trasmessa con la puntura delle zanzare, che fungono da vettori e ospiti intermedi della malattia. E’ molto diffusa in Canavese, come del resto in tutta la Pianura Padana e in genere nelle regioni del Nord Italia, ed è in costante espansione. A seconda del parassita veicolato, la filariosi può presentare una forma cutanea (causata da Dirofilaria repens), che costituisce una zoonosi, cioè è trasmissibile anche all’uomo e una forma cardiopolmonare (causata da Dirofilaria immitis), una malattia cronica grave, nel senso che possono trascorrere anche mesi o anni da quando viene contratta a quando inizia ad essere sintomatica, che se non viene diagnosticata tempestivamente e trattata opportunamente può portare a morte il paziente infetto, tipicamente il cane, anche se lo stesso tipo di patologia, sempre provocata dal medesimo parassita, può colpire seppur meno frequentemente anche altri canidi quali volpi e lupi e occasionalmente anche altri carnivori domestici quali gatti e furetti, su cui ha però un andamento clinico differente.

Il parassita che provoca la malattia, il Dirofilaria immitis, è un verme tondo le cui dimensioni variano dai 12 ai 17 cm nel maschio e dai 25 ai 32 cm nelle femmine. Gli ospiti intermedi sono rappresentati da varie specie di zanzare, ivi comprese le cosiddette zanzare tigri, che anzi dagli ultimi studi epidemiologici condotti paiono essere le principali responsabili della trasmissione della malattia.

Ovvia conseguenza è che i cani che vivono prevalentemente all’aperto e in aree rurali delle zone endemiche siano maggiormente esposti al rischio di contrarre la malattia rispetto a quelli che vivono soprattutto fra le mura domestiche.

Ciclo

Come detto la filariosi è trasmessa da un cane infetto a uno sano attraverso la puntura di una zanzara, ospite intermedio della malattia e vettore indispensabile affinché possa avvenire il contagio da cane a cane. La zanzara si infetta di larve di filariosi, permette la loro maturazione fino a un certo stadio di sviluppo e in seguito le trasmette a un altro cane attraverso una puntura, infettandolo.

Più dettagliatamente il ciclo della filaria si svolge secondo il seguente schema:

  • La zanzara punge un animale infetto (l’ospite definitivo) e con il sangue succhiatogli ingerisce le microfilarie (larve al primo stadio, L1).
  • Nel corpo della zanzara (vettore) le larve maturano, nel giro di una settimana circa, passando allo stadio 2 (larve L2), dopodiché, trascorsa un’altra settimana circa, evolvono allo stadio successivo (larve L3) in cui diventano infettanti.
  • Le larve L3 migrano nelle ghiandole salivari della zanzara e così questa trasmetterà il parassita quando pungerà il successivo animale per nutrirsi del suo sangue.
  • Nell’animale infettato, le larve migrano nei capillari e, nel giro di 7-12 giorni si trasformeranno in larve L4; queste, tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno, passeranno allo stadio L5; entro il centoventesimo giorno le macrofilarie si insedieranno nel cuore e nelle arterie polmonari del cane.
  • Alcuni preadulti diventano filarie adulte che possono riprodursi e rilasciare le microfilarie nel torrente circolatorio; le microfilarie (larve L1) giungono ai vasi capillari dove infestano un’altra zanzara durante il suo pasto di sangue e il ciclo ricomincia.

Sintomi

La filariosi cardiopolmonare in uno stadio iniziale è asintomatica: il cane in questa fase può sembrare sano.

I sintomi, quando compaiono, possono essere diversi, ma i più frequenti riguardano la progressiva compromissione della funzione cardiaca, circolatoria e respiratoria. Inizialmente tosse persistente e riluttanza a muoversi o a fare esercizio fisico; segue una fase di spossatezza, accompagnata da diminuzione dell’appetito e perdita di peso. In stadi più avanzati si possono avere gravi disturbi respiratori e accumulo di grandi volumi di liquido in addome. La malattia è solitamente cronica e progressiva e se non diagnosticata e curata in tempo porta a morte il cane colpito. In situazioni particolari la comparsa dei sintomi e l’aggravarsi del paziente possono però essere anche molto rapidi o addirittura improvvisi.

La gravità della malattia può dipendere da vari fattori: dal numero di parassiti adulti “ospitati” nel cuore e nell’arteria polmonare del cane, dalle dimensioni del cane stesso (e conseguentemente del suo cuore e della sua arteria polmonare), dal tempo che passa da quando la malattia viene contratta a quando viene diagnosticata e trattata e dalla sensibilità individuale del paziente.

La filariosi cardiopolmonare nel cane si manifesta generalmente in modo molto subdolo e non sempre i segni clinici sono facilmente visibili; come esposto nel paragrafo precedente, infatti, prima che i parassiti si insedino nel cuore e nelle arterie polmonari dell’animale, passeranno circa quattro mesi e poi ancora altro tempo prima che i parassiti arrivino causare una sintomatologia evidente. A seconda dei casi quindi, prima di renderci conto dell’infestazione, possono passare molti mesi.

La sintomatologia della filariosi del cane viene suddivisa solitamente in quattro classi sintomatiche; di seguito una breve esposizione di ognuna di esse.

Classe 1 (filariosi in forma subclinica o lieve) – Non si notano nell’animale segni che possano far pensare alla presenza della malattia. Un eventuale esame di laboratorio che ricercasse gli antigeni della filaria risulterebbe però positivo. In definitiva, il cane è ammalato, ma il numero di parassiti presente non è sufficiente a provocare sintomi di alcun genere. In classe 1 la prognosi è favorevole.

Classe 2 (filariosi in forma moderata) – I parassiti sono cresciuti in numero e dimensioni tali da causare nel cane vari sintomi tra i quali affaticamento, difficoltà nel respirare sotto sforzo, soffio cardiaco e calo ponderale. In classe 2 la prognosi è favorevole con riserva.

Classe 3 (filariosi in forma grave) – Le filarie hanno raggiunto ormai numero e dimensioni tali da provocare varie lesioni all’organo cardiaco e alle arterie dei polmoni; ne consegue un aspetto del cane visibilmente provato; oltre al calo di peso si hanno dispnea, incremento della frequenza respiratoria (tachipnea), tosse, eritrocitopenia (riduzione del numero dei globuli rossi), incremento del volume addominale, insufficienza cardiaca destra, perdite di sangue dal naso (epistassi), formazione di tromboemboli e alterazione della funzionalità polmonare. In classe 3 la prognosi è riservata.

Classe 4 (sindrome della vena cava, SVC) – Il numero e le dimensioni dei parassiti sono talmente elevati che ormai risultano occupate non solo la parte destra del cuore e le arterie polmonari, ma anche la vena cava la cui ostruzione pone in gravissimo pericolo di vita l’animale. In classe 4 la prognosi è molto riservata.

Diagnosi

Nelle zone in cui la malattia è presente (endemica) i cani devono venire testati regolarmente per escludere che siano infetti anche quando sono asintomatici, a maggior ragione se non sottoposti a profilassi, e periodicamente prima di effettuare la prevenzione. E’ sufficiente un semplice esame del sangue. Si può ricorrere alla ricerca diretta con il microscopio e all’eventuale individuazione di microfilarie, forme larvali del parassita circolanti nel sangue, con la successiva “tipizzazione”, cioè l’identificazione della specie di appartenenza possibile osservando le piccole differenze morfologiche, ma più spesso sia per rapidità che per affidabilità del risultato è utilizzando un test sierologico che si diagnostica con certezza la presenza o assenza dei parassiti adulti. L’esame ecocardiografico costituisce un ulteriore strumento diagnostico, principalmente impiegato per confermare la diagnosi nei casi dubbi o per effettuare una valutazione semi-quantitativa del numero di parassiti adulti presenti o ancora per verificarne l’esatta localizzazione.

Trattamento

Se la diagnosi rivela la presenza di filaria adulta, il cane deve essere trattato il prima possibile con un farmaco a base di melarsomina che uccida il parassita e nei casi più gravi, si può ricorrere a un delicatissimo intervento cardio-chirurgico mirato a rimuovere i parassiti dal cane malato.

Nel caso in cui al cane sia diagnosticata la presenza della malattia in questione si procede quindi di norma, previa valutazione dello stato di salute dell’animale, con la cosiddetta terapia adulticida, un trattamento che consente l’uccisione delle filarie adulte che si sono insediate a livello cardiaco e polmonare.

L’impostazione della terapia dipenderà essenzialmente dalla fase della malattia in cui si trova il cane (si vedano le quattro classi sintomatiche riportate in precedenza); com’è facilmente intuibile, è di fondamentale importanza la precocità della diagnosi; le speranze di una guarigione del cane e ancor più il contenimento dei rischi conseguenti infatti, sono tanto più elevati quanto più bassa è la classe sintomatica; un cane ammalato che si trova in classe 1 ha ottime probabilità di guarigione, mentre un animale che si trova in classe 4 si trova in una situazione talmente grave che è praticamente obbligato il ricorso alla chirurgia senza che si possano peraltro garantire molte speranze di sopravvivenza.

Terapia a seconda della classe sintomatica – In caso di filariosi di classe 1 si procede generalmente con terapia adulticida effettuando due iniezioni nei muscoli lombari a 24 ore una dall’altra di melarsomina, terapie collaterali e limitazione dell’attività fisica; in classe 2 il trattamento è lo stesso, ma con ricorso al riposo forzato; in classe 3 è necessario ricorrere a farmaci sintomatici aggiuntivi. In classe 2 e 3 si può decidere di optare per un protocollo che prevede la somministrazione di due diversi cicli di melarsomina a distanza di almeno 4 settimane tra loro, di cui il primo prevede una singola iniezione per frazionare il numero di filarie adulte uccise ad ogni ciclo e i conseguenti effetti collaterali prodotti dalle reazioni trombo-emboliche prodotte.

Studi più recenti prevedono di far precedere la terapia filaricida da un appropriato trattamento antimicrobico per uccidere la Wolbachia, batterio parassita delle filarie, considerato responsabile di gravi effetti indesiderati conseguenti al trattamento adulticida della filariosi.

Nella fase più avanzata della malattia, quella della classe 4, oltre alla terapia sintomatica è necessario, come detto, ricorrere all’intervento chirurgico.

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Prevenzione

Come si è visto la filariosi è una malattia temibile, potenzialmente mortale, ma che nella maggior parte dei casi si può curare. Il trattamento però è a sua volta complesso, rischioso e piuttosto costoso.

Molto meglio quindi, se il proprio cane vive o deve recarsi in zone in cui la malattia è endemica, scegliere la prevenzione.

Ma come fare?

Innanzitutto è opportuno minimizzare le possibilità che l’ospite intermedio (ovvero la zanzara) entri in contatto con il nostro cane durante i periodi in cui le zanzare sono presenti e attive, tenendo nei limiti del possibile i nostri amici in luoghi chiusi o protetti con zanzariere.

Ma questo non basta. L’unico sistema per prevenire efficacemente la filariosi cardiopolmonare è quello di trattare in modo costante il nostro cane con bassissimi dosaggi di specifici farmaci che uccidono le larve che potrebbero aver infestato l’animale inibendone lo sviluppo a parassiti adulti, veri responsabili dei sintomi clinici. Per molti anni l’unica modo per ottenere ciò era di somministrare uno dei farmaci registrati allo scopo per via orale mensilmente nella stagione calda.

Da alcuni anni invece è disponibile un farmaco che consente di ottenere lo stesso risultato con una singola iniezione sottocutanea annuale. In questo modo sono facilmnte superabili tanto le difficoltà di somministrazione da parte del proprietario a cani poco collaborativi, quanto gli insuccessi della profilassi dovuti a ben più frequenti di quanto ci si possa immaginare dimenticanze o episodi di vomito o di diarrea del cane trattato.

Il risultato è che nella nostra personale esperienza pluriennale su migliaia di animali trattati, i cani sottoposti a trattamento iniettabile annuale, che per inciso nulla ha a che fare con la vaccinazione, hanno contratto la filariosi nonostante la profilassi in percentuale sensibilmente inferiore a quelli per i quali il proprietari avevano optato per quella orale.

Per questo la prevenzione iniettabile è ora diventata quella consigliata e di gran lunga più praticata presso il Centro Veterinario San Giorgio.

Dr. Sergio Comoglio

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